HR Innovation Lab: l’employability e lo sviluppo di nuove competenze e professionalità digitali

HR Innovation Lab: l’employability e lo sviluppo di nuove competenze e professionalità digitali

Si è tenuto nei primi giorni del mese di febbraio il secondo appuntamento del ciclo di workshop annuali organizzati dall’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano, un incontro a cui ha partecipato anche Sigemi.

Il workshop e il tema dell’employability

Il tema del workshop, che è stato diviso in due appuntamenti, il 2 e il 7 febbraio, è stato quello dell’employability e dello sviluppo di nuove competenze e professionalità digitali.

L’Osservatorio, infatti, si pone come obiettivo quello di affiancare gli HR Executive nel processo di evoluzione della gestione e dello sviluppo delle risorse umane generato dalla diffusione delle nuove tecnologie e di nuovi modelli.

Nella prima sessione laboratoriale, quella del 3 febbraio, i partecipanti si sono confrontati in un’attività di gruppo guidata dalle testimonianze di Poste Italiane, Gefran, Nestlé e Zurich. La seconda sessione si è invece svolta il 7 febbraio in modalità webinar e qui sono stati presentati i risultati della ricerca dell’Osservatorio, la sintesi dell’attività laboratoriale precedentemente svolta e alcune testimonianze aziendali su progetti virtuosi.

I dati della ricerca

Riportiamo di seguito alcuni dati della ricerca che ha coinvolto un campione di 128 Direzioni HR di organizzazioni italiane (sia aziende che PA), composto principalmente da grandi organizzazioni, attive in settori diversi.
La ricerca ha evidenziato che:

  • Più di 100 milioni di lavoratori potrebbe dover cambiare la propria occupazione entro il 2030 (+12% rispetto a prima della pandemia). In particolare, il 50% dei dipendenti avrà bisogno di essere riqualificato nel 2025 e il 25% dovrà cambiare lavoro in seguito alla pandemia.
  • Focalizzandosi sull’Italia, tra 1-2 anni il 9% dei dipendenti dovrà essere riallocato o riqualificato. Il 12% delle organizzazioni dovrà riallocare più del 15% dei dipendenti tra 1-2 anni.
  • Il 96% delle organizzazioni ha dovuto attivare delle iniziative per allineare le competenze interne con quelle del mercato.
  • Il 15% delle organizzazioni non ha strumenti a supporto, quali piattaforme E-Learning, sistemi per rilevare il gap delle competenze e piattaforme di Talent Marketplace.
  • Entro il 2030, 9 lavori su 10 richiederanno competenze digitali. Tuttavia, il 44% degli europei tra i 16 e i 74 anni non ha queste competenze.

In merito a questo ultimo punto, alcune delle iniziative che potrebbero essere intraprese per superare questo gap sono:

  • Collaborazioni specifiche con attori esterni
  • Iniziative per diffondere cultura e conoscenza riguardo al digitale
  • Programmi di upskilling o reskillin digitale
  • Percorsi di supporto al management sull’impatto del digitale

Riportiamo infine il parere di Andrea Cadei, CEO di Sigemi e Membro del Consiglio Direttivo di Assintel:

La pervasività delle tecnologie digitali, accelerata anche dalla pandemia, ha imposto un cambio di passo nel processo di rinnovo delle competenze. Soprattutto parlando di competenze digitali, molte persone dovranno rinnovare le proprie skills per adattarsi alle evoluzioni dei processi, degli strumenti ma più in generale della vita digitale. Le organizzazioni avranno nei prossimi anni un importante ruolo sociale per accompagnarci in questa trasformazione senza tralasciare nessuno, anzi valorizzando l’unicità che contraddistingue ciascuno di noi. 9 lavori su 10 necessiteranno di competenze digitali e anche i percorsi stessi di reskilling e upskilling saranno supportati da strumenti digitali (Piattaforme e-learning in primis). Per questo è importante che le aziende introducano soluzioni di continuous competency mapping e continuous learning per strutturare percorsi formativi personalizzati, stimolanti ed inclusivi e accompagnare il proprio personale in ruoli che forse oggi ancora non esistono. Assintel (Associazione nazionale imprese ICT) è impegnata a sostenere ed affiancare le aziende in questi percorsi, sfruttando la propria naturale dote all’innovazione.”